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nel distaccarle si trova l’impressione dello scritto dell’una sull’altra e alcune non possono distaccarsi senza lacerarle: per il che la maggior parte del manoscritto e’ illeggibile. Vi sonno anche sbagli di cucitura e mancano in un punto due, in un altro quattro carte, cioe’ in tutto dodici pagine. Le rubriche dei diversi capitoli scritte in inchiostro rosso, sono meglio conservate nel testo, come pure le iniziali dei capitoli e quelle dei diversi libri, che sono miniate in rosso e azzurro non senza eleganza. Precede al testo dello statuto un indice delle diverse rubriche assai danneggiato, ma quasi tutto leggibile. Allo statuto seguono riforme e aggiunte dello stesso secolo e del susseguente, scritte da piu’ mani. Il codice ha nel R. Archivio di stato questa classifica: Classe XII n. 749.
Gli statutari sono ser Giovanni di Jacopo, ser Angelo Migliucci, Piero Boretoli, Cecco di Giovanni Paolini, Giovanni Geri, Bernardino Niccoli, Francesco di Jacopo Mucci e Lorenzo Cuffia tutti di Montevarchi. Lo statuto è scritto e pubblicato da ser Lorenzo di ser Angelo da Loro notaro pubblico e scrivano dei detti statutatri, essendo potestà di Montevarchi il nobile uomo Niccolò di Lotteri da Filicaia di Firenze.
Per essere in gran parte leggibili le rubriche dei capitoli, atteso il migliore loro stato di conservazione di fronte al testo, e supplendo dove mancavano le carte coll’ indice del quale ho parlato, ho potuto fare un elenco delle disposizioni contenute nei diversi capitoli dei cinque libri di cui si compone lo statuto; elenco che può dirsi