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vi provvedessero i difensori e il consiglio generale. Per la pubblica igiene vi sono tali e tante minute e savie prescrizioni, che ai nostri tempi dei bacilli e dei microrganismi non si potrebbe desiderare di piu’. Il solo statuto del 1376 ha non meno di 14 capitoli contenenti disposizioni proibitive per procurare la salubrita’ dell’acqua, dell’aria delle case, delle vie e dei commestibili, senza contare altri capitoli sul divieto di occupazione e ingombro del suolo pubblico, le successive riforme e statuti ne contengono pure in gran numero.
Le molte e svariate disposizioni relative al buon ordine del mercato, che prima d’allora si faceva, come oggi, a Montevarchi in die Jovis, cioe’ il giovedi’ di ogni settimana, lasciano facilmente intendere come quel mercato aveva anche a quei tempi grandissimo concorso di gente vicina e lontana procurava grande utilita’ e decoro di questa terra: un tal fatto dura anche attualmente e ci auguriamo che durera’ anche in avvenire. Nell’accennare alcuni di questi ordinamenti, per non abusare della vostra pazienza, non oltrepassero’ la riforma del 1500.
Il comune aveva fatto fare alcuni stai (il numero non si legge nello statuto del 1376 per rottura della pergamena ma da una riforma posteriore e’ denerminato in dodici) marcati collo stemma del comune di Montevarchi e con quello del comune di Firenze. Questi stai venivano consegnati dai difensori a persone degne di fede, che ogni