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bene, doverà piuttosto voler te per marito così povero e bello, ch’abbattersi in un qualche viso di bertuccia che sia ricco. Così Mirtale, pensando che Driante, per aver più ricchi richieditori, non dovesse mai consentire di maritarla con esso lui, si credette d’aver acconciamente tronca la pratica del maritaggio. Ma Dafni, non si potendo di tal risposta rammaricare, e da quel che desiderava molto discosto veggendosi, faceva come sogliono gl’innamorati poveri: si doleva, piangeva, ed alle Ninfe devotamente si raccomandava, le quali una notte, ch’egli dormiva, gli si rappresentarono innanzi con quegli stessi abiti ch’abbiamo altra volta divisati; e la più attempata di loro gli parlò in questa guisa: Dafni, delle tue nozze con la Cloe un altro Dio ne tien cura: per quanto a noi s’appartiene, ti provvederemo di doni, con che tu possa adescar Driante a consentirvi. La nave de’ giovani Metinnesi, il cui vinciglio fu già roso dalle tue capre, quel giorno medesimo fu trasportata dal vento molto da terra lontano; ma la notte seguente mettendosi vento di pelago, verso il lito rispinta, urtò fra certe punte di scogli, dove tutta fracassatasi, e rotto e perduto ciò che dentro v’era, si salvò solamente un sacchetto con tremila dramme, che, scagliato dall’onde molto di lunge in sul lito, ivi ancora si giacciono ricoperte dall’aliga. Appresso è un morto delfino, il cui puzzo ha tenuto infino ad ora i viandanti, che accostati non vi si sono. Va tu dunque, ed appressaviti, che le troverai, e trovate ne le terrai, ed al tuo bisogno te ne servirai, che per adesso ti basteranno a non esser povero; e per l’avvenire si vederà che tu sia ancor ricco. E cosí detto, insieme con la notte si partirono. Fatto giorno, Dafni si levò su tutto allegro, e spinte con gran fretta e con molti fischi le sue capre al pascolo, tosto ch’ebbe baciata la Cloe, ed inchinate le Ninfe, se ne calò verso il mare, facendo le viste di volersi bagnare; e camminando per la rena lungo la riva, si diede alla cerca delle tre mila dramme, le quali trovò senza molta fatica durare; perciocchè non molto fu ito, che s’incontrò nel morto delfino dove il naso prima che i