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ragionamento iii. 73

dolo, che non avrebbe avuto poichè saputo l’avesse, tutto gli aperse, dicendogli i richieditori che avea, quanti erano, e come ricchi; la fretta che Nape faceva di maritarla, e le parole che ella avea dette, e come parea che Driante non le disdicesse; ma che la cosa si soprassedeva per insino a vendemmia. Di che Dafni fu per impazzare; e gittandosi per terra, pianse amaramente, dicendo di voler morire, poichè perdea la Cloe, e non solamente egli, ma che le pecore una tal pastorella perdendo, anch’elle ne morrebbono. Poscia ritornando in sè stesso, prese animo, e pensò di voler persuadere al padre, che a lui per moglie la desse e di mettersi anch’egli nel numero de’ richieditori, avendo buona speranza d’andare innanzi a tutti. Solo una cosa gli dava noia, che Lamone non era ricco; e questo solo gli amminuiva la speranza. Tuttavolta si risolvè, che fosse bene di richiederla a tutti i patti, ed alla Cloe parea altresì; ma perciocchè egli non ardiva di farne parola con Lamone, avendo fidanza con Mirtale, a lei scoperse il suo amore, e ’l desiderio d’ammogliarsi seco. Mirtale la notte seguente conferí tutto con Lamone, il quale ebbe molto a male, che di ciò si parlasse: e le disse villania, che pensasse di maritarlo con una contadina, sapendo ella la condizione del giovine per li contrassegni che ne tenevano; e che trovandosi i suoi parenti, ne sarebbero per suo mezzo fuori di servitù, e padroni di maggiori poderi, che allora non aveano. Non parve a Mirtale di dovere a Dafni rappresentar la medesima risposta di Lamone, per timore che egli, veggendosi in tutto fuor di speranza, non si gettasse per soverchio amore a pigliare qualche duro partito della sua vita: imperò finse altre ragioni diverse da quelle di Lamone; e cosí gli rispose: Figliuol mio, noi siamo poveretti, e di bassa portata, per che ci si conviene una nuora che ci porti in casa ogni poca cosa di più, che noi ci abbiamo: costoro son ricchi, e vorranno un ricco genero; ma fa tu di persuadere alla Cloe, e che ella persuada a suo padre, che si contentino del poco che tu hai, e ti piglino per marito e per genero; per certo ch’ella, volendoti