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ragionamento iii. 67

imposto che io venga a te, e che ti sovvenga al bisogno tuo, rivelandoti l’opre d’amore, le quali non sono nè baci, nè abbracciamenti, nè quel che fanno i montoni ed i becchi, ma certi dimenamenti, e certe tresche, con certe altre dolcitudini, che vanno insieme, dove sono assai maggiori, e più lunghi i piaceri. Ora se t’è caro, ch’io ti liberi da questi tuoi mali, e desii di venire alla sperienza di quel diletto, che tu vai cercando, vieni, e porgimiti lieto discepolo, e volentieri; ed io, per fare cosa grata alle Ninfe, son qui presta per insegnarloti. Dafni per allegrezza non lasciò che più oltre dicesse: e come rustico, capraro, innamorato, e giovine ch’egli era, gittatolesi a’ piedi, come se gli avesse avuto ad imprendere qualche mistero grande, e venuto veramente da Dio: Anzi questo cercavo io (le disse) e ti prego, che senza indugio tu mi mostri questo segreto, e darottene un capretto, un paniero di caci freschi, del primo latte ch’io munga, ed una capra la più lattosa che io abbia. Licenia trovando in costui tanta larghezza, quanta da un capraro non attendeva, lo prese in questa guisa ad imbarberescare. Ella primieramente gl’impose, che così come si vedeva, le s’accostasse, e che la baciasse come e quante volte soleva baciar la Cloe, e che così baciandola l’abbracciasse, e si coricasse in terra con esso lei. Accostatolesi, baciatola e coricatolesi a canto, ella prese a dire: Ora, Dafni, pensa che tu sia un torello, e che io sia una giovenca; ci abbiamo ad appaiare insieme, e lavorare un podere. Io metterò il campo e l’aratro, e tu il vomero e ’l pungetto, e ’l seme a mezzo. Io metterò il giogo al collo a te, e tu a me in questa guisa (ed abbracciaronsi). Tu t’arrecherai su questo aratro così, ed io così (ed aperte le gambe s’acconciò come dovea stare). Il vomero ha da passare per questo mezzo (e toccandolo lo trovò fermo, e ben fendente). Ora, diss’ella, tu ti stringerai a me, ed io a te: e non uscir mai di questo solco (e miselo per quella via, che cercava): e s’io mi discostassi tanto, che ’l vomero non s’affondasse nel solco, mi darai con questo pungetto così dietro (e presali la mano, la si recò sulla grop-