già, bella vergine, una vergine bella come tu sei, cantatrice come tu sei, e guardiana in queste selve di vacche, come tu sei di pecore. Del suo cantare molto le vacche si
dilettavano; e pascendo non operava nè mazza, nè pungetto, ma col canto solo comandava loro, e sotto un pino sedendosi, di pino inghirlandata, e di Pane e del pino cantava. Pasceva per quel contorno medesimo un garzonetto vaccaro, bello ancor egli, e bonissimo cantore. Questi gareggiando seco di musica, e disfidandola un giorno a cantare, in quel contrasto la melodia del giovinetto riuscì, come di maschio, più grande, e come di putto, più dolce; e la sua dolcezza invaghì tanto le vacche della fanciulla, che tirandole fra le sue, la disarmentò d’otto delle migliori di tutta la sua torma. Prese la vergine tanto dispiacere di vedersi l’armento scemo, e di restar in quella contesa al di sotto, che non solamente non volle tornare all’albergo con quel danno, e con quello scorno, ma pregò gli Dei, che le dessero penne da fuggire lontano dagli altri pastori. Fu la preghiera esaudita, e la sua persona trasformata in