caldo della stagione. Era nello scorcio della primavera, e nel principio della state, quando tutte le cose stanno nel colmo della bellezza, e della bontade insieme; allora che i frutti pendono per gli alberi maturi e coloriti, le biade ondeggiano per le campagne bionde e granite; quando l’aure rinfrescando ricreano, l’acque mormorando dilettano, e queste per le scheggiose cadute romoreggiando, e quelle per i fronzuti pini fischiando, facendosi l’une all’altre tenore, s’uniscono insiememente in una dilettevole consonanza; allora che le cicale dolcemente cantano, i pomi soavemente spirano, e d’amoroso color dipinti cadendo, il sole, amator di tutte le bellezze, di bel colore spogliando gli scolora. In questi giorni Dafni dentro e di fuora avvampando, si stava spesso intorno a’ fiumi, si lavava, notava, pescava, bevea, e beendo si credea di smorzare il caldo, che dentro sentiva. La Cloe, munte le sue pecorelle, e gran parte delle capre di Dafni, metteva assai tempo a quagliar latte, a far pizze, e simili altre bisogne; e perciocché in quel mentre le mosche le noiavano, e cacciandole mordevano, compita l’opera, tutta si rinfrescava, si rabbelliva, lavavasi il volto, racconciavasi il capo, e di ramoscelli di pino inghirlandata, e di una pelle di cerbiatto ricinta, empieva, siccome usavano, la sua borraccia di vino e latte, ed in sul mezzo giorno andava a trovar Dafni, ed a bere insieme con lui. Allora cominciava la guerra degli occhi, dove l’uno restava prigione dell’altro. La Cloe vedendo Dafni ignudo, da tutte le parti del suo corpo le pareva che fioccassero bellezze, a guisa d’un nembo di fiori; e vagheggiandolo si consumava a vedere, che nessuna menda in nessuno de’ suoi membri si ritrovasse. A Dafni, mirando la Cloe, mentre con quel batolo a cinta, con quella ghirlanda in testa gli porgea a bere, si rappresentava una ninfa di quelle della grotta, e guardandola fiso, pigliava godimento delle sue fattezze; poscia le rapiva la corona di testa, e baciandola prima, ancor egli se ne coronava. La Cloe, mentre che Dafni si stava ignudo a lavarsi nel fiume, si vestiva del suo tabarro; ma