e disdisse il maritaggio. Schernito Dorcone già due volte dalla sua speranza, e perdendo i suoi buoni caci senza profitto alcuno, si deliberò di appostare una volta che la fanciulla fosse sola, e conquistarla per forza. Laonde avvertendo, che vicendevolmente menavano le greggi alla fontana, un giorno Dafni, e l’altro la Cloe, trovò una sua astuzia veramente pastorale, e fu questa: egli aveva tra le sue tattere una gran pelle d’un lupo vecchio, il quale combattendo già con un suo toro avanti alla rimessa delle vacche, era stato da quello bravamente occiso a colpi di corna. Di questa si vestì egli dagli omeri insino ai piedi talmente, che le zampe dinanzi coprivano le braccia, e le mani, e di dietro vestivano le gambe, e i piedi fino a’ calcagni: della bocca, e del capo si fece in testa come una celata di uomo d’arme; ed in questo modo allupandosi di fuori, come era dentro, se ne venne alla fontana, dove le pasciute greggi bevevano. Giaceva questa fontana, come un catino avvallata da ogni banda, e dintorno era ogni cosa salvatica, e piena di spini, di rovi, di ginepri, e di cardi talmente, che un vero lupo vi si sarebbe agevolmente imboscato. Ivi acquattatosi Dorcone, si stava aspettando l’ora dell’abbeverare; nè guari stette, che la pastorella cantando con ambe le gregge innanzi si mosse verso la fontana, lasciando Dafni a far della frasca per li capretti; ed i cani, guardiani dell’una gregge e dell’altra, come sogliono, catellon catelloni le venivano secondando. Appressati alla fonte, come quelli, che erano di buon naso, sentendo quel sito lupigno, stettero all’erta, e vedendo tra quei gineprai un certo frascheggiare, vi corsono, e credendo che lupo fosse, tutti insieme fieramente gli s’avventavano; e torniandolo, prima che la subita paura lo lasciasse rizzare, lo cominciarono a mordere di buon denti. Pure, mentre il cuoio lo difendea, il poverello, per vergogna ristringendosi nella pelle, e rincantucciandosi il meglio che poteva nel più forte della macchia, si stava senza far motto. Ma poichè la Cloe, percossa in quel primo incontro chiamò Dafni per soccorso, ed i cani squarciandogli intorno la pelle gli addentarono il vivo,