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16 | dafni e cloe |
il nome di Dafni, non si ricordava di mangiare, non pigliava sonno la notte, più non procurava la greggia, dal riso passava al pianto; quando, per istanchezza s’acconciava giù a dormire, quindi subito si rialzava, quando diventava pallida in volto, e poi riaccendevasi tutta; cosa che non avrebbe fatto neppure una giovenca dall’assillo trafitta.
Rimasta sola, talvolta si rammaricava così: Eccomi ammalata, ma senza sapere che male sia il mio. Spasimo, e non ho ferita: sono melanconica, eppure non mi trovo niente scemo l’armento: avvampo dal caldo, quantunque a sì grand’ombra mi assida. Oh! quante volte mi punsero gli spini, eppure non ne piansi mai; mi trafissero con l’ago loro, tante volte, le pecchie; non però io perdetti mai l’appetito: di certo quel che ora trafiggemi il core è di tutte queste cose pungente più assai. Sì: Dafni è bello! ma anche i fiori son belli! sì; è soave il suono della sua sampogna, ma soave è pure il canto degli usignuoli, che ora io niente valuto. Oh! se trasmutar mi potessi nella sampogna di Dafni perchè in me il suo fiato inspirasse! oh diventassi una capra per essere condotta a pascere da lui; Onda malvagia, che solo a Dafni sei di bellezza cortese, e niente a me poverella, che mi sono inutilmente lavata! O ninfe care, io già me ne muoio; e voi potete soffrirlo, nè vi movete a pietà di salvare una fanciulletta tra voi stesse allevata? E chi dopo me vi tesserà più ghirlande? E chi, ditemi, alleverà i poveri agnellini? Chi terrà conto del garrulo grillo, che acchiappai con molta fatica, onde col suo cantare m’addormentasse nell’antro? Ma ora più non dormo a cagion di Dafni; e il grillo inutilmente susurra. Queste e simili angosce pativa la sconsolata Cloe: questi e altri erano i suoi lamenti, cercando il nome di Amore che proferir non sapea.
Intanto Dorcone bifolco, quegli stesso che Dafni e il becco aveva tirato su dalla cieca fossa, giovinetto di poca età, ma bene istrutto dell’opere e dei nomi d’Amore, subito da quel giorno incominciò a invaghirsi della Cloe, e perchè