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vano, di presentarsi di quel che portavano, e così lietamento vivendo mettevano a comune il latte, il vino, e tutta la vettovaglia, che si recavano la mattina dalle stanze, e scambievolmente portavano quando uno la tasca, e quando l’altro la fiasca, e più tosto spartire l’una greggia dall’altra, che Dafni e la Cloe non fossero sempre insieme.

Mentre in questa vita, ed in cotali piaceri dimoravano, parve ad Amore di farsi lor contro, e l’occasione fu tale. Era in quel contorno il covo di una lupa, la quale, allevando di molti lupacchini, aveva bisogno di far carne assai; perchè, danneggiando tutto il paese, rapiva ogni giorno qualche bestia degli altri poco avveduti pastori; laonde convenuti una notte molti di loro insieme, cavarono in più luoghi alcune buche larghe d’un cubito, ed alte di quattro, e spargendo il cavaticcio di lontano, attraversarono la bocca d’esse di cannucce, di fuscelli, e di sermenti secchi, e stendendovi sopra leggermente una mano di pagliccio, ed un suolo di quella terra cavata, che vi rimaneva, stavano in modo bilicate, che passandovi sopra pur una lepre, si fiaccavano, mostrando che non erano terra, come parevano. Di questa sorte buche fecero assai e nei monti, e ne’ piani; tuttavolta non venne lor fatto d’acchiapparvi la lupa, perciocchè la maliziosa s’avvide, che ’l terreno