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supplemento del traduttore 109

occhi attentissimi, con la mente da ogni altra cosa alienata, e con la persona tutta inverso Dafni inclinata, si stette per lungo spazio immobilmente a mirarlo; e mirando, lo incendio le cresceva. Pur mentre il piacer della vista lo rinfrescava, sempre dilettoso le parve; ma poscia che manco le venne, subitamente in affannoso le si rivolse, perciocchè Dafni, fatte ch’ebbe di molte tresche, rivolgendosele, come per ischerzo le disse: «Addio, Cloe; io me ne vo sotto, a star con le Ninfe;» e tuffatosi in un tempo davanti a lei, se n’andò lungo le sponde, coperto dalle ombre delle ripe, a riuscir chetamente dentro le grotte; e, postosi in una di esse all’asciutto, attendeva dalla crepatura d’un sasso quel che la fanciulla facesse. La Cloe poscia che di vista l’ebbe perduto, e che egli per molto che l’aspettasse non ritornava, credendosi prima certamente, che affogato si fosse, dirottamente piangendo e gridando, s’era già mossa correndo a cercar d’intorno qualcuno, per veder di soccorrerlo; quando Dafni, con certe voci chiamandola, la fece fermare. Poscia di nuovo per ischerzo, con tutto che molto fosse chiamato da lei, mai non rispose; ma le istesse voci della fanciulla, dall’eco della grotta rintonate, e così donnesche come erano, e da quelle di Dafni diverse indietro tornando, come da più grotte, per la diversa distanza, diversamente riverberavano, così di più donne, e di più sorti voci parevano alla semplicetta che fossero: laonde ricordandosi di quel che Dafni nel tuffarsi avea detto, le venne da credere, che ivi dentro albergassero quelle Ninfe, le cui statue di sopra nel tempio si adoravano. Questa credenza le crebbe maggiormente, quando chiamandolo sentiva le voci, qual più da presso, e qual più da lontano, che medesimamente lo richiamavano. «Dafni vieni a me,» diceva ella: «a me, a me, a me,» le voci rispondevano «chi ti ritiene, Dafni mio? «io, io, io,» separatamente reiteravano. Questi e molti altri simili inganni d’eco, di cui non aveva la semplice fanciulla notizia, le persuasero che le Ninfe fossero quelle, che il suo Dafni le ritenevano. Già le sue bellezze vedute, le avevano desta