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PER LA VENUTA DEI GESUITI | 53 |
Strali d’un bieco dio, fulmini ardenti,
28Chi domò voi non avrà tetto e pane?
E chi del sangue mio, chi del mio lutto
Fa cibo e gioco alla viltà natía,
Godrà, schernendo la miseria mia,
32Del genio mio, del mio supplizio il frutto?»
Così nella servile opra l’acerbo
Spirito imprigionato ulula e freme:
Ghigna dal trono il vincitor superbo,
36Ma il capo abbassa e impallidisce insieme.
PER LA VENUTA DEI GESUITI
AL COLLEGIO CUTELLI IN CATANIA
Poichè da’ nostri mali imbaldanzita
La lojolesca biscia
Sopra la mensa al popolo imbandita
4Viscida striscia;
E nelle giovanili anime, pronte
A oneste opere, il covo
Lubrica adagia, e intorbida la fonte
8Del secol novo;
O Verità, vibra un tuo raggio, e straccia
Del mostro empio le trame;
O Storia, abbassa il piè di bronzo, e schiaccia
12Il capo infame!
Dunque invano, o Voltaire, il tuo sovrano
Su’ consecrati errori
Ghigno scoccò! Fiammeggiò dunque invano
16Campo dei Fiori?