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giustizia 7

Ch’èrta su’l banco traffica l’opra, le forze, il sangue,
70L’onor d’una cenciosa plebe che stenta e langue,
E scarnando sè stessa, i suoi tiranni impolpa,
D’un formicajo umano, cui la miseria è colpa,
La sventura destino, il lamento delitto,
Un patibol la vita ove Dio l’ha confitto,
75L’error pane de l’anima, un tranello l’inferno,
La speranza una frode, la giustizia uno scherno...
Uno scherno? Chi ’l disse? Ella viene, ella passa,
Ella impugna la scure d’acciar, la face squassa,
E dal sommo d’un monte, dritta in faccia a l’aurora,
80Grida con bronzea voce di mille tuoni: È l’ora!