Mentre fuor da l’ergastolo di Moravia s’affaccia 50Maroncelli, e ti sputa, o madre Italia, in faccia;
Ed alto su le regie teste scintilla muto
E scende, scende, scende il pugnale di Bruto.
Ed ella passa intanto per la notte. Fra l’ara
E il trono si pompeggia la canaglia preclara, 55La canaglia dal sangue cerulo, che la lercia
Vita con cartapecore e blasoni rabbercia,
Che sogna ancor merlate rocche, vassalli e schiavi,
Che copre le vergogne co’ ritratti degli avi,
Che su splendide bighe con specchiata burbanza 60Porta ovunque in trionfo la ben culta ignoranza.
Ma Gracco torna, e lancia una vecchia parola,
Ma irrompe Euno, ma Spartaco snuda il coltello e vola
A l’anelate pugne, ma al Sol di luglio gaja
Di Robespièrre luccica l’instancabil mannaja.
65Ed ella passa, passa per la notte. Sghignazza
Al suon grave de’ suoi passi la turba pazza
Ch’à il cervel ne la borsa e l’anima ne l’epa,
Che al boja dice: salve; ed al povero: crepa;