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ricreativi, ed è una buona medicina contro la passione del giuoco del lotto.
Se però la matematica si applichi alla realtà esteriore, la scienza diventa metodo, istrumento possente di ricerca, il rigore del suo vero non può essere allora che relativo al fine che l’applicazione si propone o consente. Il ragionamento va posato su tutti i dati dell’esperienza, che sono essenziali alla risoluzione dei problemi pratici, perchè, mancando anche uno solo di questi, il calcolo o il ragionamento matematico può condurre a risultati in piena contraddizione colla realtà.
Le ipotesi sulle cause che producono i fenomeni naturali mutano per essere sostituite da altre più approssimate o più generali, che possono servire a spiegare un maggior numero di fatti o a meglio collegarli fra loro con un principio più generale; ma spesso accade, come nella fisica, che le equazioni matematiche mantengono il loro valore. Ed è spirito superficiale o intollerante quegli che, per siffatto alternarsi e modificarsi delle ipotesi, grida al fallimento della scienza, come se anche le vecchie ipotesi abbandonate non abbiano servito a fabbricare sulle loro rovine un edificio più grandioso e più solido. A noi non occorre conoscere le cause intime dei fenomeni, che la Natura ci tiene nascoste, ma le loro relazioni. E quando saranno noti, dopo lunga preparazione, tutti i dati per determinare queste relazioni, allora la matematica potrà scoprire anche fatti non prima osservati. Basta citare la scoperta del pianeta Nettuno fatta dal Le Verrier, che ancora giovane ebbe fede incrollabile nella legge newtoniana dell’attrazione, che regge i movimenti dell’Universo, sia pure con poco piacere del