Pagina:Giuseppe Sordini Il duomo di Spoleto.djvu/13


il duomo di spoleto 9


nanzi tutto, che questa pretesa inumazione, nell’interno della città, nei primi anni del IV secolo, non ha il conforto di documento alcuno. Certamente, non ne era cenno nelle fonti relative a S. Primiano, fonti cui attinsero il Ferrari e il Leoncilli, altrimenti ne avrebbero fatto essi ricordo. Invece, su di un particolare di tanto rilievo, tali scrittori tacciono completamente. Rimane dunque su ciò la sola incidentale affermazione del Campello; essa però è così tarda e in tanto contrasto con il rigore della legge1 e con l’esempio costante della locale consuetudine2, da non doversi, almeno, accettare senza discussione.

E Bernardino di Campello, scrivendo quelle parole, intuì forse le naturali obbiezioni cui andavano incontro, e queste prevenne quasi, accennando ad una sepoltura furtiva e alla località discoscesa e impraticabile, in cui sarebbe la deposizione avvenuta: il che però, non può ammettersi per le parole con le quali lo stesso scrittore, giustamente, avverte essere stato il Martire sepolto «quasi su ’l Muro», cioè in un luogo assai prossimo alla primitiva cinta urbana. Ora, una cinta urbana, per il suo carattere sacro e per le necessità della difesa, tenuto conto anche dei tempi, non era di certo trascurata, nè impraticabile, in particolar modo poi nei tratti più in vista e di maggiore importanza, qual’è appunto quello3 presso cui sarebbe stato sepolto S. Primiano.


  1. È ovvio il ricordo della disposizione delle dodici tavole: Hominem mortuum in urbe neve sepelito, neve urito, ripetuta da Adriano, da Antonino Pio, da Teodosio II. Vedi anche Cicerone, De legibus II, 23. In Roma stessa, non si contano che un paio di casi di sepoltura furtiva di Martiri, nell’interno della città. Ma se ciò fu possibile così raramente in Roma, ognun vede quanto maggiori sarebbero state le difficoltà in una piccola città di provincia.
  2. A Spoleto, i sepolcri dei Martiri di cui ci è rimasta memoria, erano tutti fuori delle primitive mura urbane. È, forse, inutile notare che entro la nuova cinta del 1297, assai più ampia della primitiva, vennero compresi antichi cimiteri e chiese che prima erano esterni. Ma questo non accadde presso il Duomo, dove la cinta primitiva rasentava quasi l’abside maggiore e quella medioevale, per il declivio del terreno, di pochi metri se ne discosta.
  3. Basti osservare che il Duomo di Spoleto, posto in luogo assai eminente, domina tutta la valle spoletana, e sta quasi a vedetta di un lungo tratto delle mu-