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quantunque la memoria del benefizio possa essere passata. La riconoscenza è talvolta fastosa ostentatrice nel ricordarsi de’ benefizii, nel predicare il benefizio, nel mostrarsi pronta a sdebitarsi del benefizio; la gratitudine che è uno de’ più delicati sentimenti dell’anima, è timida e silenziosa come l’amore, ti ricambia del benefizio ricevuto con una stretta di mano, con un sospiro, con una lagrima, ma se il potesse ti rimeriterebbe con quanto ha di più caro: quindi la riconoscenza sta entro certe misure, e la gratitudine non ne conosce alcuna. Ne’ giorni della miseria una mano pietosa ti soccorre ed allevia i tuoi mali; diventi ricco, e restituendo anche a più doppj la pecunia che ti fu data, soddisferaì alla riconoscenza, ma non alla gratitudine, la quale ti comanda di amar sempre il tuo benefattore, e di servirlo finchè hai fiato e vita: la gratitudine non è mai paga, come la vera beneficenza non è mai stanca. La riconoscenza impotente, senza la gratitudine, è un peso al cuor dell’uomo; la gratitudine è dolce quanto, e più del benefizio: l’ingrato non è solamente sconoscente, ma è un mostro di malvagità. Gratitudine è dunque più di riconoscenza, e