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estremità, e non gli estremi, del corpo; ma abbiamo in proverbio che tutti gli estremi sono viziosi, opponendo questo vocabolo a temperato, a mediocre, nè qui potrebbe trovar luogo estremità. Finalmente quando estremità viene adoperata figurativamente, allora non può significare altro, che eccesso di calamità, e di miseria a differenza d’estremo, che si estende ad ogni altro avvenimento felice o disgraziato della vita dell’uomo, e ad ogni sua passione.
FINIRE - TERMINARE.
Termine, e terminare sì adoperano propriamente nel parlare di cose materiali; fine e finire si applicano più esattamente a cose spirituali ed astratte. Gli antichi ponevano i termini della terra, o supponevano che la terra terminasse alle colonne d’Ercole, e credevano che le pene del Tartaro, e la beatitudine dell’Eliso non avessero fine, o non fossero per finir mai.
Da questa prima distinzione, che è la caratteristica delle due voci, procede l’idea del tempo o della misura che in terminare è sempre fissa e precisa, ed in finire rimane indeterminata, o indistinta. Il mondo finisce e non termina;