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ad occasione si viene a dire la più sudicia cosa del mondo, offrendosi qui spontanea alla mente l’idea d’un significato burlesco della voce, cioè i bisogni naturali del corpo; eccone un’altra: nella fausta circostanza in cui si celebra la festa di ecc. ecc., e qui rigorosamente parlando l’uffiziale idiota dice, che la festa sarà celebrata pel bel tempo, o in un bel sito, in luogo dell’idea sua vera, che era quella d’indicare o l’opportunità, cioè l’occasione di essa festa, o la ricorrenza; altri scrivono francamente: nelle circostanze in cui sono, in cui mi trovo, e e’ voglion dire le occorrenze, le faccende loro, ed in vece dicono che essi dimorano nella tal vicinanza. In somma non farei fine se tutte dovessi chiamare ad esame le sconce improprietà, che risultano dall’uso promiscuo di questi vocaboli. Lasciando ora de’ significati naturali e primitivi di circostanza e d’occorrenza, recapitoliamone i morali, che sono più in uso.

Le circostanze sono gravi o leggiere, aggravanti o attenuanti l’azione che accompagnano, e che abbelliscono o deturpano; epperò si studiano, s'indagano, sì considerano, e si applicano al caso.