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cioè che aveva le qualità di destriero e di corsiero: ed in altro luogo:
» Nel lito armato il paladino varca
» Sopra un corsier di pel tra bigio e nero,
» Nutrito in Fiandra, e nato in Danismarca,
» Grande e possente assai più che leggiero:
» Però che avea quando si mise in barca
» In Bretagna lasciato il suo destriero.»
Da quest’ultimo passo si deduce la differenza tra corsiero e destriero, poichè dovendo il corsiero servir di destriero al paladino, il poeta ha cura d’avvertire, che esso è più grande e possente di quello che siano ordinariamente i corsieri.
Diverso affatto dal destriero e dal corsiero, ed inferiore ad essi in nobiltà di razza ed in uffizio era il palafreno, detto anche palafredo, dal latino-barb. paraveredus, e paravredus1, composto di paratus, pronto, e di veredus2, cavallo di posta; questi cavalli erano al tempo de’ romani, disposti lungo le strade consolari, e militari con un carro che si chiamava rheda3,
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