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«Mentre che torni, parlerò con questa,
Che ne conceda 'i suoi omeri forti.»

nè in questo bel passo del Decamerone:

«Essendo ogni cosa piena di que’ fiori che concedeva il tempo.»

Non v’ ha dunque afiìnità fra i due verbi, se non quando concedere viene adoperato per acconsentire; ma anche in questo caso, che è l’unico nel quale le due voci sembrano sinonime, v’ha, a chi guarda ben addentro, una certa diversità, la quale procede pur sempre dalla diversa loro natura, e fa sì, che concedere s’adopera più propriamente da superiore ad inferiore, e accordare da pari a pari. Avvertasi inoltre, che accordare, nel significato di cui parliamo, abbisogna di domandare o di chiedere, ai quali si dee necessariamente contrapporre, come si vede nel seguente calzantissimo esempio del Segneri, quantunque il buon padre non siasi fatto carico della sconvenienza di far accordare da Dio quelle grazie, ch’egli degna concedere: «Non ci fu detto da voi, che quanto avessimo chiesto a nostra salvezza, ci sarebbe stato accordato

Da quesie osservazioni si può dedurre, che accordare differisce in ogni caso da concedere;