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comprendo; ma tu nol potresti, senza mandar sossopra mille idee già stabilite da una lunga consuetudine.
M. Tu cerchi d’ingarbugliarmi con parolone che io non intendo. Spiegati con un esempio.
A. Non odi tu ripetere sovente l’ arte della guerra, l’ arte della scoltura, l' arte musicale?
M. Sì, odo.
A. Or fa, se’l puoi, di porti in mia vece.
M. Oh bella! Senti come è facile. Il mestiero della guerra, il mestiero della scoltura, il mestiero della musica, e vattene là.
A. A questo modo tu fai di Montecuccoli un masnadiero, di Canova uno scarpellino, e di Rossini un orbo che strimpella il violino per le strade; confondi gli artisti cogli artigiani, e sconvolgi questa bella civiltà del nostro secolo.
M. Ma non sono io ’l compagno dell’Industria, che è signora nobilissima?
A. Appunto come il fantaccino è il compagna d’armi del generale.
M. Boccuzza spiritosa! Non è a dire, che tu confetti le parole.
A. Vuoi altro da me?