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La Toscana restitiiita a Ferdinando III | 87 |
fedeltà ed obbedienza a Sua Altezza Imperiale e Reale il granduca Ferdinando III.»
Fu un miracolo se nessuno sbagliò imbrogliandosi coi tanti giuramenti prestati innanzi, e dicessero, invece di Ferdinando III, di giurar fedeltà al Direttorio di Francia, o a Lodovico di Borbone, o a Maria Luisa regina reggente, o a Napoleone, o alla signora Baciocchi, o a Murat che tanti erano stati in quindici anni i padroni, passati dinanzi agli occhi dei fiorentini.
Il 21 di maggio, «senza nessuna etichetta né corte,» ma con la massima semplicità, fu dato il giuramento al Prefetto di Siena, Bianchi; al Sottoprefetto di Pistoia, Cercignani; a quello di Volterra, Guidi; al Commissario d’Arezzo, a quello di Grosseto, Bonci; ai componenti l’Amministrazione del debito pubblico, al Nomi, segretario generale del Prefetto; al Fabbrini, aiutante del Maresciallo di Palazzo; al Pistoiesi, direttore della Dogana di Livorno; al Cappelli, direttore di quella di Pistoia; e al professore Benvenuti, direttore dell’Accademia delle Belle Arti.
Dopo il giuramento, i Prefetti, i Sottoprefetti e i Commissari, furono investiti di suprema autorità, per ricevere essi un tal giuramento nelle loro respettive sedi dai maires ed altri impiegati, dipendenti dalla loro giurisdizione.
Ai maires' del circondario di Firenze fu dato il giuramento dal Prefetto del dipartimento dell’Arno Giuseppe Stiozzi Ridolfi.
La prima festa solenne, dopo la restaurazione di Ferdinando III, fu quella del Corpus Domini il 9 giugno 1814; ed il principe Rospigliosi «tenne varie sedute col maire Bartolommei, » con Monsignor Vicario, e col Comando Militare della Piazza come se si trattasse d’un piano di guerra, per concretare di comune accordo gli inviti da farsi, e l’ordinamento della processione, che fu eseguita col seguente ordine.
Apriva la marcia un caporale con quattro fucilieri del reggimento reale Ferdinando; e quindi venivano le Compagnie e Confraternite, secondo il loro ordine; dopo di esse i vari