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84 Firenze Vecchia

i nobili e i cittadini, e le cittadine, andavano a prendere il posto loro assegnato.

Rappresentava il Sovrano il principe Giuseppe Rospigliosi, il quale prese posto alla tavola situata sul ripiano del salone, fra il duca di Rocca Romana che faceva le veci di JMurat, e il generale Staremberg, comandante generale delle truppe austriache in Toscana.

Appena i tre cospicui personaggi furono riuniti, dalle fortezze di Belvedere e da Basso cominciarono a sparare le artiglierie, per annunziare al popolo che andava compiendosi finalmente il cambiamento del governo, di cui da tre giorni sentiva parlare; e non aveva tant’occhi da leggerlo nei numerosi manifesti, editti e proclami che da quarantott’ore si affìggevano per la città. Alle cannonate si aggiunse, al solito, lo scampanìo di tutte le chiese. Gli evviva del popolo, sempre più buono, faceva.no eco alle cannonate e alle campane «e vedevasi espresso in ogni volto il contento dei fedeli sudditi.»

Tanto per parte del duca di Rocca Romana, cedente a nome del Re di Napoli, quanto per quella del principe Rospigliosi, accettante per il granduca Ferdinando III, vennero pronunziati dei «discorsi di circostanza:» e dopo letto l’atto d’investimento, il duca di Rocca Romana con altro «brevissimo discorso» annunziò al popolo il mutamento del Governo, «ed il prossimo sperato felice ritorno di Ferdinando III nei suoi Stati.»

«E più facile comprendere che esprimere» dice il prezioso diario citato, non sospetto certamente di eccessiva italianità «l'esultanza del popolo, ed i replicati ììVivaìì fatti risuonare in tale felice momento; ed era commovente il vedere la maggior parte degli affezionati sudditi, spargere lacrime di giubbilo e singhiozzare per vera tenerezza.»

Dev’essere stata una bella musica!

Sciolta l’adunanza «i tre illustri soggetti» si separarono, e tornarono a casa in carrozza a pariglia in mezzo ai rinnovati applausi.