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Maria Luisa, Napoleone I ed Elisa Baciocchi 79

Pitti prima di lei: cioè far le valigie e andarsene alla svelta, come c’era venuta.

I francesi, che all’arrivo dei murattiani furono tenuti come prigionieri nelle fortezze, poiché quel che si fa vien reso, appena liberati dopo pochi giorni se ne partirono, e buon viaggio.

Cominciarono intanto a far capolino le coccarde toscane, e pur troppo anche quelle austriache gialle e nere, poiché i toscani, fra i due mali, furon costretti a scegliere il minore, e desiderare il ritorno di Ferdinando III: né potevano fare diversamente. Stremati di forze, esausti di denaro, con la migliore e più valida gioventù o morta in Russia, o sempre sotto le armi nell’esercito francese di là dalle Alpi, non potevano profittare di quel momento per governarsi liberamente, tanto più che mancavano gli uomini di mente illuminata, e che avessero in petto anima sinceramente italiana.

Il Murat, che aveva usata ogni maniera di lusinghe per cattivarsi l’animo dei toscani, condonò perfino le somme da pagarsi per le guerre sostenute dai francesi, come se fossero state in prò nostro. Ma non valse; si cominciò con qualche subbuglio e qualche bastonatura, complicata da dei lattoni dati alle truppe napoletane, ed a gridare con sempre meno paura: «Viva Ferdinando III.»

Per conseguenza, siccome Murat per timore di perdere il trono di Napoli, che stava ritto sui puntelli, non poteva sdegnarsi con l’Austria, mandò a Parma il duca Di Gallo per sottoscrivere col conte De Mair, rappresentante dell’Imperatore d’Austria, e col principe Rospigliosi, che rappresentava Ferdinando III, il trattato dei tre plenipotenziari firmato il 20 aprile 18 14, mediante il quale il granducato di Toscana tornava in possesso di Ferdinando.

Così l’Austria, tornò finalmente ad esserne la padrona.

E non si poteva dir nemmeno di male in peggio, venite adoremus!