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Maria Luisa, Napoleone I ed Elisa Baciocchi 77

cito con la miglior gioventù, costretta a servire ed a morire per l’oppressore della patria.

Ma il rovescio di Mosca cambiò aspetto alle cose, e Napoleone fu costretto il dì 1 1 aprile 1814 ad abdicare. Come accade ai vinti, tutti voltaron le spalle al grande capitano, che ebbe il solo torto di non comprendere che il genio della guerra, di cui egli era veramente dotato, non può accoppiarsi alla malafede come uomo di Stato, né alla tirannia come monarca. Il più spregevole fra i beneficati da quest’uomo che lasciò nella storia una traccia così luminosa, fu Gioacchino Murat, suo cognato, avendo sposata la sorella di lui Maria Carolina, e che egli aveva creato re di Napoli, poiché a lasciarlo fare avrebbe dato la corona anche al gatto di casa.

Murat, dopo la ritirata di Mosca, si accostò all’Austria con la quale fece alleanza col trattato del dì 1 1 gennaio 1 8 1 4, ed in forza di esso gli austriaci, ripassando s’intende da Firenze, andarono a Napoli, ad occupare il posto che lasciavano i francesi.

Un proclama agli italiani, diretto a nome del suo imperatore, dall’austriaco generale Nugent, diceva che gli eserciti di S. M. venivano a liberarli dal ferreo giogo sotto il quale avevan dovuto gemere per tanti anni. Concludeva promettendo questa po’ po’ di fandonia: «Avrete tutti a divenire una nazione indipendente!» Erano le stesse parole di Napoleone ai deputati toscani, in bocca d’un generale austriaco, e che, come le prime, non ebbero altro significato che d’una ingiuriosa menzogna.

In questo mentre giunsero da Parigi anche a Firenze molte copie di una canzone contro Napoleone, evidentemente scritte da legittimisti francesi rifugiati in Russia. Ora che egli era caduto, veniva calpestato da quel popolo, che aveva reso grande e temuto come non fu mai.

Quella canzone, oggi rarissima, che si cantava impunemente per le vie, era intitolata: «La bravoure de Nicolas - sur l’air To-to carabo, etc, -» era stampata a Parigi nella