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Nuovi proclami e sempre nuovi govern | 59 |
delle finanze, l'istallamento delle persone più inette nei più alti gradi, la legislazione paralizzata, tutto era effetto non della cattività, ma della incapacità di quest'uomo. »
Nell'autunno del 1802 i sovrani d'Etruria s'imbarcarono a Livorno sopra una nave spagnuola, accompag'nata da una squadra stata loro appositamente inviata, per andare a Madrid ad assistere alle nozze del principe delle Asturie con una principessa di Napoli e a quelle tra il principe di Calabria con una infanta di Spagna.
Partirono i sovrani con prospero vento ; ma ben presto incolse loro una così fiera burrasca, che corsero serio pericolo. Per colmo di disdetta, la regina prima di giungere a Barcellona fu presa dalle doglie del parto, e diede alla luce una bambina. Furon poi contenti quando si trovarono riu- niti a Madrid fra loro parenti, tutti d' una medesima razza!
Il re Lodovico peggiorò grandemente delle sue condizioni e dovè trattenersi fino alla fine dell'anno a Madrid, non essendo in grado di porsi in viaggio. Finalmente il 29 dicembre la Corte Etrusca s'imbarcò a Cartagena e giunse a Livorno il 7 gennaio 1803.
Non c'è da dire che avessero avuta furia a riportare in giù quel camorro!
Ma gli strapazzi del viaggio fecero peggiorare ancora di più quel vacillante re: ed il magistrato civico di Firenze era ansioso di sapere quando i sovrani amatissimi fossero tornati a Firenze per poterne dare, in tempo debito, consolante avviso al pubblico.
Quel ritorno, non punto necessario, fu annunziato al popolo con una sdolcinata e vergognosa notificazione affìssa il 1 2 gennaio 1803. E lo stupido documento merita d'esser riprodotto nella sua integrità, per dimostrare a qual grado di abiezione era giunta Firenze, rappresentata da persone servili ed inette, che avevan perduto perfino la forma del giglio fiorentino, lo stemma glorioso dell'antica città, riducendolo a quella specie di granchio, di cui aveva, tutta l'apparenza.