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Nuovi proclami e sempre nuovi governi |
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N’itovi proda ììii e seiiipìx iniovi governi 53
uomo mandato via come un servitore licenziato su due piedi,
non perchè fosse chiamato a felicitare altri popoli; ma perchè
i francesi non ce lo vollero più per venirci loro. E
l’insolenza della conclone dell’avvocato regio, risaltava maggiore
dal fatto che appunto il trattato di Luneville, come abbiamo
veduto, convertiva la Toscana in Regno d’Etruria,
e l’assegnava all’infante Lodovico, l’imperatore Francesco
nel dì 9 febbraio 1801 a nome del fratello granduca Ferdinando,
per sé e suoi successori, rinunziò alla Toscana ed
all’isola dell’Elba: e l’Imperatore stesso si obbligò di indennizzarlo
in Germania di quanto perdeva in Italia. E la
meschina indennità consistè nello spogliare l’arcivescovo di
Salisburgo della potestà laica che esercitava insieme con
r ecclesiastica nella sua diocesi, e formarne un principato
per Ferdinando III, che assunse il titolo di Elettore, facendo,
in tal guisa, come si suol dire, quinta per discendere.
Così il cristianissimo imperatore diede un minuscolo esempio
di soppressione di potere temporale. ]Ia in casa nostra
costoro fanno i difensori della Chiesa!...
A queste spudorate parole si unì lo smacco delle altre ad
elogio del nuovo padrone, dicendo: «Felici noi, che vediamo
rianimate le nostre speranze con l’avvenimento al trono di
S. M. Lodovico Primo, Infante di vSpagna, nostro Re e Signore!...»
Ribadì il chiodo il Malevolti del Benino, cominciando anche
lui col piag;nucolare sulla «rimembranza dell’amara perdita
fatta dell’amato nostro sovrano il serenissimo granduca
Ferdinando III, destinato a governare e felicitare altri popoli,» e proseguiva: «la memoria di un tenero padre, che
formò sempre la delizia, la felicità dei sudditi, e l’ammirazione
delle Nazioni tutte d’Europa, non poteva non eccitare
vivamente la nostra tenerezza, il nostro dolore; le di lui sovrane
beneficenze, le regie di lui virtù, il di lui dolce e generoso
carattere, saranno eternamente scolpiti nei nostri cuori,
e sempre rammenteremo con piacere il nostro benefattore.» E
di fatti lo ricompensaron bene il loro padre e benefattore!