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46 Firenze Vecchia


avvenuta a Valenza, nel Delfinato, il 29 agosto; e mentre che a Firenze si apprendeva tale nuova, giunse l’altra dello sbarco a Livorno del re di Sardegna Carlo Emanuele IV il quale «veniiva colla pia consorte ad alloggiare nella consueta villa del Poggio Imperiale;» il Senato lo accolse rispettosamente a nome di Ferdinando III; ma cercò di non compromettersi.

Il mesto monarca aspettava che gli alleati gli rendessero i suoi Stati; e nella tranquillità del Poggio Imperiale gli erano gradite le visite che gli faceva Vittorio Alfieri. Carlo Emanuele si trattenne in Firenze fino al giugno del 1800.

La vittoria di Marengo mutando a un tratto faccia alle cose, riportò a galla Napoleone. Il Granduca, impensierito per le conseguenze che ne potevano derivare, avendo saputo che l’inetto e stolto governo di Firenze aveva daccapo eccitate le masse e specialmente gli aretini ad armarsi, rimandò subito da Vienna il senatore Bartolini, il quale, con i senatori Amerigo Antinori e Marco Covoni, più invisi ai reazionari, ed il generale Sommariva comandante i presidii tedeschi, costituì una nuova «Reggenza» la quale fu più fatale delle altre due, perchè commise arbitrii e vendette alla sua volta. Gli aretini poi dalla regina Carolina di Napoli, che passava da Firenze per andare a Trieste erano eccitati sempre di più. Tutto questo giovò a Napoleone, il quale pensò subito a rifarsi degli smacchi subiti, occupando il 18 ottobre 1799 Livorno e bombardando Arezzo, ed entrando poi di nuovo in Firenze con le sue truppe, che portarono come trofeo di guerra, otto bandiere tolte agli aretini, diciotto cannoni e trecento prigionieri.

Quando pareva che a poco a poco si mettesse un po’ d’ordine, la Toscana dopo nuovo alternarsi di governi provvisorii, e di ritornare a ciò che poc’anzi, via via aveva lasciato, ebbe, diciamo così, la promozione. Essa fu convertita in regno d’Etruria, mediante il trattato di Luneville, passando in dominio ai Borboni i quali cederono in cambio di essa a Napoleone, proprio come se fosse stata roba sua, Parma e Pia-