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Nuovi proclami e sempre nuovi governi | 45 |
Il governo posticcio rimasto a Firenze, cominciò, per non sbagliare, dal voler far quattrini, poiché i nuvoloni avevan lasciate le casse vuote. Io non voglio dire come disse il Guerrazzi, che «dacché l’uomo nacque con mani fu ladro.» No; l'ha detto lui, non e’ é bisogno di ripeterlo; ma é un fatto che fra chi andava e chi veniva, facevano a chi portava via di più.
Quindi il governo rivolse un appello ai cittadini, i quali non poterono corrispondere che con poche migliaia di lire, essendo già esausti. Fu allora intimato, con spirito di malvagia persecuzione, un imprestito forzato agli ebrei, che si dicevan possessori di grosse somme nascoste; ciò che non era punto vero, perché anch’essi erano stati frugati bene e non male, ed eran ridotti così al verde, che non parevan più nemmeno ebrei.
Per conseguenza, la delusione dei governanti fu completa.
Invece però di pensare a dare un assetto qualsiasi alle finanze, essi si diedero con una specie di voluttà feroce a far processi ai giacobini; ed in quindici mesi, fra prima e dopo, sopra un milione d’abitanti, che tanti ne faceva la Toscana, ne furono intentati trentaduemila «per genialità francese!» Molti cittadini per antichi rancori furono l colonna di Mercato, anche messi alla gogna alla colonna di Mercato, dove si mettevano soltanto gli assassini ed i ladri.
Alla fine di luglio partirono le truppe russe ed i due reggimenti di dragoni austriaci «Kaiser» e «Arciduca Giovanni». Fu cantato anche allora in Firenze un altro Te Deiini in Duomo, con l’intervento del Senato e di settanta dame fiorentine vestite di nero e col velo in capo, per onorare il generale Klenau e.... più che altro il suo stato maggiore, composto di ufficiali delle più distinte famiglie, e piuttosto bei giovani!
In questo tempo giunse la notizia della morte di Pio VI,