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Le Stinche 447


Acquistarono quel locale di trista fama i signori Giovacchino Faldi, Cosimo Canovetti, Giuseppe Galletti e Michele Massai, i quali in seguito lo rivenderono a Girolamo Pagliano, cantante, dopo ch’ebbe abbandonate le scene per dedicarsi allo smercio del suo fortunato sciroppo, che ha purgato mezza Europa. Questo sedicente professore col disegno dell’architetto Francesco Leoni, oltre all’edificare sulla vecchia area delle Stinche molte botteghe, e comode ed eleganti abitazioni, fece costruire una stupenda cavallerizza con annessa scuderia e la famosa gran sala, detta della Filarmonica, di stile dell’Impero, tal quale oggi si vede.

La cavallerizza fu costruita dove era prima il lavatoio; ed a quiesta era congiunto il locale per gli esercizi equestri, lungo settanta braccia, largo trenta ed alto ventitré, che prendeva luce da due grandi lanterne a cristalli. Codesto locale cede poi il luogo al teatro Pagliano, che diede lo sfratto ai cavalli per dar posto.... ai cantanti.

L’ibrido connubio fra Euterpe ed Esculapio, riuscirono a fare del Pagliano una macchietta originale e curiosa. Un poema di 16 canti in sesta rima: La Paglianeide ossia Teatro e Medicina, dettato dal pittore Cesare Paganini, lo celebra come un eroe da strapazzo; ma questo poema, un grosso volume in ottavo, è restato incompleto, perchè fu pubblicato nel 1855 e il protagonista visse ancora oltre 25 anni!...

Il Palazzo del Bargello, che in oggi è conosciuto più civilmente sotto il nome di Palazzo Pretorio, fu poi restaurato dall’architetto Mazzei e dal pittore Gaetano Bianchi. Ivi ha sede il Museo Nazionale, ma fino al 1859 era luogo di non men trista fama delle Stinche, tanto più quando i carcerati, abbattute quelle, vennero ivi rinchiusi.

Non è il caso di rifare la storia di cotesto antico monumento, che fu sede del Duca d’Atene, e d’onde venne cacciato per furore di popolo.