Pagina:Giuseppe Conti Firenze vecchia, Firenze 1899.djvu/422

410 Firenze Vecchia


baldoria di tutta la giornata. Mezz’ora prima delle ventiquattro venivano i tamburini e i pifferi - preceduti dal capo tamburo - e le trombe dei dragoni e dei cacciatori a piedi — quelli chiamati fior di zuicca - dirette dai capitromba. Il capotamburo, che aveva il grado di sergente maggiore e che apparteneva ai fucilieri, prendeva il comando di tutta la batteria.

Capotamburo.

Pochi minuti prima delle ventiquattro usciva fuori la guardia, ossia la compagnia che montava in Palazzo Vecchio, ed allo scocco dell’Ave Maria si metteva a rango per la preghiera. L’ufficiale faceva il saluto con la sciabola, e i soldati col fucile a pied’arm e la mano sinistra al casco, stavano in posizione, mentre la batteria dei tamburi faceva tre rulli.

Tutto il pubblico si levava il cappello e diceva - o figurava di dire - privatamente l'Angelus Domini. Terminata la preghiera, i tamburi davano un rullo prolungatissimo, che faceva rimaner senza fiato. Quindi il capotamburo per fare il bravo buttava in aria la mazza col grosso pomo d’argento, come

Un elegante del 1835.

quella dei guardaportoni, e ripigliandola e facendola roteare rapidamente come se fosse stato un fuscello, si metteva alla testa della batteria. I tamburi, i pifferi e le trombe, alternandosi a vicenda, suonavano la ritirata e marciavano tutti compatti in avanti; quindi facendo una conversione a sinistra giravano attorno alla piazza, e dopo compiuto il giro si fermavano nel mezzo. Allora ogni batteria di tamburi e di trombe se ne andava al proprio quartiere, preceduta da una turba di monelli, che facevan la a forza di salti e di capriole, seguita dai soldati e dai soliti curiosi e bighelloni.

Con la ritirata, la Piazza del Granduca rimaneva deserta fino alla mattina seguente.