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Don Cammillo gli rammentò l’impegno preso col Granduca, e gli fece capire che non intendeva di tardare nemmeno un’ora, alla consegna del palazzo tutto in ordine per darvi la festa alla fine di gennaio del futuro anno 1822.

Benché non ci fossero che soli sei mesi, il Baccani assicurò il principe che il palazzo sarebbe stato terminato per quell'epoca. E così fu: anzi la consegna venne fatta otto giorni innanzi del giorno stabilito.

La festa ebbe luogo il 31 gennaio 1822, ma il Sovrano non vi intervenne a causa del lutto per la morte del cognato, principe Clemente di Sassonia, avvenuta in quei giorni a Pisa.

Con la costruzione del palazzo Borghese l’architetto Baccani assicurò la sua fama. Già egli era noto per i suoi concorsi, coronati tutti da ottimo successo; quello però di maggiore importanza fu il triennale dell’Accademia di belle arti nel quale vinse la medaglia d’oro con l’effìgie di Michelangelo, e nel rovescio le tre corone intrecciate dell’Accademia. Il valore della medaglia era d’intrinseco quarantotto zecchini e otto paoli di moneta toscana, equivalente a cinquecentoquarantadue franchi.

Non sarà inopportuno qui di raccontare, riferendosi a dieci o dodici anni innanzi, che la distribuzione delle medaglie di quel concorso fu fatta con solennità nella sala del Buon Umore e le medaglie dei premiati tanto in architettura, pittura e scultura, vennero distribuite personalmente dalla granduchessa Elisa Baciocchi; la quale, nell’istesso giorno, volle che i tre premiati maggiori, cioè in architettura Baccani, in pittura Bezzuoli, e in scultura Pozzi, andassero a pranzo da lei al palazzo Pitti, ove era pure invitato il presidente dell’Accademia, senatore Giovanni Degli Alessandri, il grande scultore Canova e l’egregio professore Benvenuti.

Essendo i tre giovani premiati stati messi insieme, per metterli forse in minore imbarazzo, avendo ognuno poco più di vent’anni, così avvenne che tutt’e tre, facendosi coraggio l'un con l’altro e perdendo a poco a poco la sogge-