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La festa della libertà e i frutti dell’albero 27

dai contadini, si armò come meglio potè di fucili, di pali, di forconi, di falci, di scuri e di tutto quanto forse atto a ferire.

La scarsa truppa francese, tenne testa per un po’ di tempo; ma vedendo che la folla s’imbestialiva sempre più, perchè nella mischia aveva avuto anche un morto, sebbene fosse morto anche un soldato, la truppa, diciamo, si dette alla fuga.

Rimasta libera la città, le bastonate ai pochi patriotti e le sassate a’ vetri delle loro case, piovvero come la grandine. Furon distrutti tutti gli emblemi della repubblica e rimessi quelli del Granduca al grido di Viva Maria, - al solito Viva l’Autstria. Furon messe fuori le bandiere del papa, quella austriaca e perfino il vessillo della Madonna del Conforto.

Da Arezzo l’insurrezione s’estese subito a Cortona; e il general Gualtier, impensierito della piega che prendeva la cosa, badava a fulminare da Firenze editti pieni di minacce e di terrore, ingiungendo col primo, in data del 19 fiorile, (ossia del 9 maggio) agli abitanti di Toscana di consegnare ai comandi di Piazza tutte le armi d’ogni genere che possedevano, comminando pene severissime ai contravventori, ed ingiungendo ai parroci di legger l’editto nelle chiese dopo la messa parrocchiale.

A queste ingiunzioni, si rispondeva con l’aumentare la pertinacia della rivolta; e le popolazioni del Casentino, infiammate dai cenobiti di Camaldoli e di Vallombrosa, e dai mendicanti dell’Alvernia, presero le armi, e per la Consuma scesi rapidamente al Pontassieve, favoriti dalla località, impedirono ai francesi inviati da Firenze di forzare il passo e di marciare sopra Arezzo.

Il commissario Reinhard il 29 fiorile (19 maggio) anno VII della Repubblica francese Una e Indivisibile, emanò un nuovo editto assegnando il termine agli abitanti di Arezzo e di Cortona a sottomettersi. L’editto era basato sulla considerazione, che gli abitanti di quelle due città avendo «assunto » la coccarda d’una potenza in guerra, incarcerato ed assassinato dei soldati francesi, stampati proclami sovversivi,