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26 Firenze Vecchia

che presiedevano o amministravano chiese, monasteri e luoghi pii, di sostituire al più presto le lampade e gli arredi d' argento, con altri « d'altra materia a piacimento!»

Se la chierica de' preti fosse stata d'argento, i francesi si sarebbero fatta consegnare anche quella!

Queste, che molti ritennero per vere esorbitanze, specialmente nelle campagne, indignarono gli animi dei più; e cominciò allora il sordo lavorìo dei preti e dei reazionari per sobillare le plebi.

Specialmente nell'aretino, dove gli emissari austriaci trovarono il terreno più adatto che altrove a sollevare le masse, queste si ribellarono al regime francese; e la rivolta a poco a poco assunse serie proporzioni. Ad Arezzo fu preso a pretesto della prima insurrezione, il 6 di maggio, trentesimo anniversario della nascita di Ferdinando III. In quel giorno i contadini della provincia aretina, ai quali dai codini giubbilanti s'era dato ad intendere che i tedeschi erano entrati in Firenze, fecero nelle campagne intorno ad Arezzo fuochi di gioia. Molti di quei contadini entrarono in città, e senza curarsi, anzi, provocando il piccolo presidio francese, e la scarsa guardia nazionale, percorsero le vie della città, gridando Viva Maria, — che non ci aveva nulla che fare — Viva Ferdinando III ; Viva l'imperatore, abbasso l'albero della libertà.

Poco dopo l'ingresso di quelle ciurme ignoranti di contadini, comparve in Arezzo una sdrucita carrozza guidata da un cocchiere, che aveva accanto a sé una vecchia, la quale teneva in mano una bandiera austriaca, che faceva sventolare dove maggiore era la massa dei contadini, eccitandoli sempre più. Quella sozza folla fu così stupidamente idiota, da credere che il cocchiere non fosse altri che San Donato protettore d'Arezzo e la vecchia la Madonna, e che entrambi venivano ad annunziare la prossima liberazione d'Arezzo! Parrebbero novelle queste, se non fosse pura storia !!

Allora non ebbero più limite le ingiurie ai francesi, e gli insulti d'ogni genere ai patriotti. In brev'ora la città fu in preda alla rivoluzione. Il popolo ubriacato, trascinato