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XXIII

Attorno alle mura della città


Le mura d’Arnolfo - Ricordi storici - I ricoverati di Montedomini - Annaffiatura di cavoli - Lungo le mura - Fabbrica di candele e di vernici La torre del Maglio - La Fortezza da Basso - Le diacciale - Ragazzi che fanno forca — Giuoco del Pallone - Il mercato di Porta alla Croce - Gli stabbiali dei maiali - I roventila - Le mura oltr’Arno - La Sardigna La Beppa fioraia - Le chiavi delle porte - Citazioni direttissime - Le frodi della gabella.

Firenze, fino all’anno 1866, era ancora racchiusa entro il quarto cerchio delle mura, che rimontava alla fine del secolo XIII, stato edificato sul disegno di Arnolfo di Cambio, che ne ebbe l’incarico dalla Signoria nel 1284.

Dopo l’ingrandimento della città, furono lasciate come ricordo storico la Torre della Zecca Vecchia e le porte alla Croce, di San Gallo, del Prato e di San Niccolò; ma invece della reverenza dei posteri, esse attestano la trascuratezza di essi; i quali, demolendo le mura, le hanno lasciate lì isolate per servire, sebbene opera di Arnolfo e di altri celebri architetti, di riparo ai venditori ambulanti, di stazione agli omnibus, e per certi altri usi che non è lecito rammentare.

Di qua d’Arno, il giro delle mura dalla parte interna, cominciava dalla Zecca Vecchia in fondo a Via delle Torricelle, oggi «Corso dei Tintori» dov’era il convento delle Poverine, sull’area del quale sorge ora una caserma. Si andava