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corsero a chiudersi in casa, facendo provviste di viveri per più giorni, quasi si temesse l’irromper della piena.

Altri, specialmente i giovani, sempre ansiosi di novità, più fidenti nell’avvenire, e che per la loro età e per l’indole vivace, si sentivano attratti dall’ignoto, da cui eran divisi per poche ore, si dirigevano a gruppi, a mandate, verso la porta a San Gallo, dalla quale dovevano arrivare le temute soldatesche.ingresso delle truppe francesi in firenze per la porta san galloGiorno di Pasqua più triste e melanconico di quello, Firenze non aveva passato mai.

Le famiglie, i parenti, non si riunirono in quell’anno, secondo l’usato, non arrischiandosi alcuno di abbandonare la casa al sopraggiungere del nemico, come la maggior parte dei cittadini reputava l’esercito francese.

Molti nobili e signori si rifugiarono nelle loro ville fuori della città; gli altri non uscirono dai loro palazzi. Quelle ore di aspettativa, convulse per i curiosi, angosciose per gli altri che avevan paura, non passavano mai.