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216 | Firenze Vecchia |
tezza Sua lo spettacolo della corsa dei cocchi sulla Piazza di Santa Maria Novella, una festa di ballo da darsi nelle stanze dell’Accademia delle Belle Arti dette del Buon Umore e suoi annessi, con l’ingresso ai nobili, cittadini, impiegati ed altre persone decentemente vestite, e contemporaneamente una festa di ballo campestre nella prossima piazza di San Marco coll’illuminazione delle strade contigue alla medesima, per dar luogo anche al basso popolo, che non potrebbe avere accesso a dette stanze del Buon Umore, di rallegrarsi in così fausta ricorrenza. Accettata che fu questa offerta, il signor Gonfaloniere fu autorizzato di dare tutte le disposizioni perchè le feste fossero eseguite «con dignità corrispondente all’oggetto.»
Ed il 23 aprile il Provveditore della Camera delle Comunità con lettera diretta al gonfaloniere Tommaso Corsi, gli rese nota «la graziosa accoglienza di S. A. I. e R. al contrassegno di devozione e attaccamento verso la sua sacra persona» come resultava dalla deliberazione «con la quale il Magistrato civico esternava il desiderio di potere accompagnare con qualche dimostrazione adeguata la pubblica gioia» in occasione delle imminenti nozze, essendosi degnato il graziosissimo Sovrano di accettare le feste offerte.
Il 1° di maggio l’Avvocato Regio annunziò al Magistrato civico, che veniva dispensato dall’assistere nella mattina del dì 6 corrente, giorno natalizio di S. A. I. e R. alla messa dello Spirito Santo nella Metropolitana, ove doveva intervenire nel dopo pranzo del giorno stesso per la funzione del fausto matrimonio dell’I. e R. Altezza Sua.
Ma verificandosi spesso che qualche priore, nobile o cittadino, faceva da sordo non intervenendo alle pubbliche cerimonie, e tale mancanza essendo talvolta attribuita ad opinioni politiche diverse da quelle che i signori priori dovevano avere, nell’adunanza del 3 maggio 1821 fu partecipata dal Gonfaloniere ai signori Priori medesimi la circolare dell’uffìzio generale delle Comunità del dì 6 aprile precedente, contenente le sovrane dichiarazioni che i residenti