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I Francesi a Firenze | 9 |
veramente gli agitatori, che da vario tempo eran venuti alla spicciolata in Firenze a far propaganda per la repubblica francese.
Ma questo armare per mettersi in guardia e scacciare i fautori dei francesi, non gli attirò le costoro simpatie, tanto più che Napoleone aveva la fissazione d’impadronirsi della Toscana.
I disegni di Napoleone non potevano esser maggiormente favoriti; poichè all’improvviso sbarcarono a Livorno 6000 napoletani per prendere i francesi alle spalle. Onde sdegnato fortemente il Direttorio col Granduca, e presa a pretesto tale occupazione, inviò in Toscana nel 1799 una divisione per occuparla.
La rottura poi definitiva della pace con la Germania che travolse seco anche la Toscana, essendo il Granduca sospetto alla Francia per esser fratello dell’Imperatore, determinò il governo francese di invaderla addirittura, inviando a tale uopo il generale Gualtier con un forte esercito.
Ferdinando III badava a protestare simpatia alla Francia; ma quegli armeggioni di Parigi, s’eran subito accorti che tra sovrano e ministri facevano a chi aveva più paura dei francesi, e che la loro amicizia non era sincera. Perciò, tenendo fermo l’invio delle truppe, finsero di crederci, e d’esser commossi e riconoscenti alle proteste di Ferdinando III. Intanto questi, per evitare mali maggiori, intimò risolutamente al generale Diego Naselli che con i soldati napoletani occupava Livorno, di sgombrare immediatamente quella città, premendogli meno. d’attirarsi le ire del suocero che quelle del Direttorio. Il generale Naselli vista la mala parata, e temendo anch’egli una guerra coi francesi, fece allestire i bastimenti; e figurando d’andar via per non creare ulteriori imbarazzi al genero del suo re, chiedendo scusa della troppa lunga visita, fatta a Livorno, fu lesto a tornarsene co’ suoi donde era venuto, imbarcandosi a’ primi di gennaio del 1799.
Come un fulmine a ciel sereno però giunse in Firenze il 24 marzo 1799 un proclama «ai popoli della Toscana» ema-