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I Francesi a Firenze
Se il Granduca Pietro Leopoldo, in conseguenza della morte del fratello Giuseppe II, non fosse stato obbligato ad andare a Vienna il 1° marzo 1790, per cingervi la corona imperiale d’Austria, la Toscana avrebbe veduti giorni assai migliori di quelli che essa non vide, per la perdita di un sovrano di mente elevata, di somma abilità e di un’accortezza senza pari.
Pietro Leopoldo, che non pensava di dover succedere al fratello imperatore, aveva rivolte tutte le sue cure e la sua ambizione alla Toscana, che egli sinceramente amava come sua vera patria. Egli aveva in animo di costituirla alla maniera inglese, facendone lo Stato più libero e più innanzi nel progresso, di tutti gli altri d’Italia. Ma con la sua assunzione al trono d’Austria, le buone intenzioni di lui e le liete speranze concepite dai liberali rimasero deluse, sebbene gli effetti della rivoluzione francese andassero a mano a mano facendosi strada anche tra noi. Ed era appunto per questo, che Pietro Leopoldo avrebbe voluto mettersi da sè alla testa del movimento che ogni giorno più si rivelava, per domi-
1. - Conti. |