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112 Firenze Vecchia


delle armi austro-imperiali, e per le cure che si era dato di sollevarlo dal giogo pesante delle armi straniere che avevano bar- baramente invaso la Toscana. Ma la proposta del signor Orazio non andò a genio ; e quando fu girato il partito « tornò negato » : che era quanto dire che se qualcuno voleva andare a presentarsi ai piedi del Sovrano, ci andasse lui perchè « i signori adunati » non si sarebbero mossi per ringraziarlo d'un cambio di stranieri.

Per non perder l'uso di farsi prestar denaro, il Magistrato nella seduta del dì 8 agosto incaricò il signor gonfaloniere di prendere a prestito da una o più persone la somma di diecimila scudi « al frutto più discreto della piazza » e ciò in vista degli urgenti bisogni « e segnatamente per provvedere le armate austro-russe. » Perchè il bello era questo, che tutte le migliaia di scudi che si macinavano, tutti gli imprestiti che il Comune era costretto a concludere facendosi anche strozzare, servivano sempre per mantenere gli stranieri che spadroneggiavano in casa nostra, oltre poi al ringraziarli e dar loro le gratificazioni per lo zelo col quale accorrevano e per la noncuranza con cui ' affrontavano i disagi del viaggio!

Dovevano stare a casa loro, e così non si sarebbero strapazzati. Il male era che ci avevan conosciuto!...

Per vedere di realizzare qualche soldo, i priori della prima, della seconda e della terza borsa, stabiliron di procedere, senza la solennità dell'incanto ma privatamente, alla vendita di tutti gli abiti uniformi serviti in occasione della festa « cosi detta nazionale. » Avevan durato poco !

Fra tanti rincalzi, la Comunità ebbe anche la disdetta di una eccessiva mortalità nelle « truppe imperiali » stanziate in Firenze; poiché dal 25 settembre 1799 al 23 aprile 1800 « i cadaveri estratti dagli spedali militari dell'armata austriaca » ascesero a 812. Per conseguenza « conguagliati a 1 1 5 cadaveri il mese » furono dovute sborsare dalla esausta cassa comunale, con platonica protesta di rivalsa verso l'amministrazione militare, venti scudi per il pagamento del trasporto di quei cadaveri nel cimitero di Trespiano, per parte