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IL PERCHÈ DI QUESTO LIBRO
Mi è avvenuto più volte, come sarà certamente avvenuto
a molti altri, di sentir raccontare dai nostri vecchi la storia, gli
aneddoti e le costumanze dei passati tempi, con tale freschezza
di memoria, con tale vivacità di colorito, con tale semplicità
di frase, che m’invogliai di ricercare e raccogliere, per poi
pubblicarlo, tutto quanto si riferiva alla prima metà di questo
secolo, che è la più caratteristica e la più tipica.
In questa mia idea fui confermato sempre più anche dal fatto, che mentre era tuttora sulla bocca e nella mente dei pochi vecchi rimasti, fra i quali ho la fortuna di annoverare mio padre, che di tante cose si rammentano, e tante persone ricordano, e tanti avvenimenti e usi e costumi hanno presenti, diffìcile è, anzi quasi impossibile con tanta copia di giornali e di gazzette, di averne la traccia scritta o stampata. E più facile trovare documenti, diari e narrazioni autentiche e fedeli dei fatti avvenuti cinque o sei secoli addietro, che dell’età presente. Ed è naturale. Quando non c’eran giornali, gli antichi erano ambiziosi di registrare giorno per giorno i fatti più importanti e perfino gli avvenimenti di famiglia, il racconto dei quali hanno tramandato ai tardi ne-