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l’animo e dall’abilità nel governo della casa, cose che sono generalmente tenute nel maggior conto possibile. Tua madre, le dissi un giorno, che non conosce bene la grammatica, ha saputo risparmiare, nelle Spese del bilancio domestico dello scorso anno, più di mille lire in confronto di quello dell’anno precedente; e tu, che fai la saccentella, noti puoi ancora guadagnare un centesimo. Ma essa ha continuato ad aver vergogna degli spropositi grammaticali di sua madre e a dimostrarlo chiaramente appartandosi in occasione delle visite delle amiche di famiglia; e per farla finita, e perchè non insuperbisca di più, l’ho tolta dalla scuola. — Ma via — soggiunsi io — è un difetto che si può correggere senza ricorrere a un rimedio così radicale. — No, no — conchiuse lui lasciandomi — ho preso la mia risoluzione: è meglio un ignorante virtuoso che un dottore vizioso. —

Non penso che tutti i genitori i quali hanno figlie che s’ubriacano degli studî debbano ricorrere al rimedio un po strano del mio amico, ma che debbono curare in tempo la correzione di si grave difetto, il quale non si verificherebbe se le madri impratichissero le figlie delle faccende casalinghe, che verrebbero così tenute da tutte in pregio, e si facessero da esse aiutare in qualche cosa ed anche sostituire, in caso di malattia o di altro giusto impedimento, nella direzione della casa.

Con la diminuzione delle cure per l’educazione casalinga delle giovanette sono cresciute quelle per una coltura, dirò così, di lusso. Anche dalle famiglie me-