Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 90 — |
che apprendono una professione, perché anch’esse possono diventare, presto o tardi, madri di famiglia e aver bisogno di dare una buona educazione domestica alle proprie figliuole. Ma se non l’avranno ricevuta non potranno darla; e allora la trascuraggine delle faccende domestiche sarà tramandata di madre in figlia e andrà in fumo l’economia e il benessere della famiglia. «La pianta cresce simile al seme che fu gettato e nelle opere dei figliuoli, siccome in nitido specchio, si riflette il consiglio e l’esempio dei genitori» — dice saggiamente la Franceschi-Ferrucci.
Abbiano quindi assidua cura i genitori che avviano le figlie agli studî, per il conseguimento d’un diploma che le abiliti all’esercizio d’una professione, di far loro acquistare assolutamente la necessaria abilità nelle faccende casalinghe, anche quando gli studî che compiono lasciano loro poco tempo libero. Destinino magari a tale scopo i giorni delle vacanze scolastiche, ma le abituino a prendere parte, come possono, al governo della casa, a tener in ordine la loro stanzetta e le loro robe, e curino assolutamente che s’impratichiscano dell’amministrazione domestica e diventino massaie, perchè da ciò dipende in gran parte il loro avvenire economico e la tranquillità delle famiglie che formeranno.
Essi stessi, i genitori, proveranno un benefizio immediato delle loro cure per l’educazione domestica delle proprie figliuole. A forza di pensare sempre allo studîo, le giovanette che vanno a scuola s’insuperbiscono, credendolo il lavoro più nobile, e guardano con disprezzo quello casalingo, a cui non sanno più adattarsi. E le madri, troppo condiscendenti, che sperano chi sa che cosa dagli studî delle loro figliuole, si ras-