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spetto dei due sessi fin dalla tenera età, affinchè con gli anni i giovanetti e le giovanette si stimino a vicenda’ e non si considerino in lotta fra loro nelle aspirazioni della vita, e questi vantaggi si raggiungono senza dubbio nelle nostre scuole, che sono quasi tutte promiscue. Sono misti gli asili e i giardini d’infanzia, miste la maggior parte delle scuole elementari, miste le scuole secondarie, quando il numero delle alunne non rende obbligatoria la divisione dei due sessi, con scuole speciali per maschi e per femmine, e la frequenza delle donne alle Università è consentita liberamente.
In Italia non manca quindi di fatto la coeducazione scolastica possibile, e, ripeto, una coeducazione più completa è opera della famiglia. Ma quando il numero delle alunne che frequentano una scuola ne richiede per esse una speciale, è bene che si apra, affinchè essa possa essere indirizzata, al fine particolare che la scuola deve avere per l’educazione della donna e del quale ho già parlato.
Tutti sanno quanto i genitori sono generalmente contrarii a far frequentare le scuole maschili alle loro figliuole già sviluppate in età, per gl’inconvenienti che facilmente avvengono, specie quando a capo di tali scuole non vi sono persone autorevoli e oculate e quando non vi è un’assidua e seria vigilanza sugli alunni e sulle alunne durante gl’intervalli fra una lezione e l’altra e durante la ricreazione. Perciò è bene che la separazione dei due sessi nelle scuole si effettui tutte le volte che essa è necessaria per il numero considerevole delle alunne.
Si parla oggi anche dell’educazione sessuale ai giovanetti delle scuole secondarie; ma essa mi sembra