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che studiano per essere maestre, per le quali diventa sempre più difficile il trovar posto. Non sono certamente meno lucrative dell’ufficio di maestra le arti femminili di cucitrici di biancheria, ricamatrici, disegnatrici, sarte, rammendatrici, stiratrici, tessitrici, crestaie, lavoratrici di fiori artificiali, di merletti, busti, calze ed altri oggetti di maglia fatti a mano o a macchina. Forse con l’esercizio di queste arti. adatte per lei, la donna può, con maggior libertà e indipendenza, attendere alle sue occupazioni di famiglia. E quelle giovanette che hanno tendenza agl’impieghi possono benissimo, appena compiuti gli studî della scuola complementare o della tecnica, dedicarsi all’ufficio di segretarie e computiste delle piccole case di commercio o a quello di telegrafiste e telefoniste. Durante l’ultima gloriosa guerra nazionale le donne hanno occupato un gran numero di uffici già occupati dagli uomini, e li hanno disimpegnati con serietà, zelo e efficacia.

Intanto avviene spesso che, a forza di pensar troppo alla scelta di una professione per le proprie figliuole, molti genitori finiscono col non darne loro nessuna, e, preoccupati del disagio economico, si liberano di esse facendole suore di carità, senza sostenere molte spese, giacchè gl’innumerevoli ordini religiosi ricercano le giovanette e le accettano anche gratuitamente se possono essere utili alla Casa, specialmente se hanno il diploma di maestre elementari. Ma ben presto tali genitori si pentono d’essersi privati delle loro figliuole, perchè non le veggono mai più accanto a loro, neppure in casi di gravi malattie, perchè la regola impone alle suore di qualunque ordine religioso di dimenticar tutto, ricchezze, titoli onorifici, vita del mondo, affetti