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anche quando i propri genitori non saranno più a questo mondo. Se, maritata, avrà avuto la sventura di essersi unita a un uomo che non la rispetta, non la ama e la tratta da schiava, potrà separarsi da lui e vivere lavorando onestamente e indipendentemente.

Sicchè bastare a sè stessa significa per la donna risolvere il problema della vita, senza affidarsi troppo alle buone condizioni economiche della sua famiglia e alla speranza di trovare un buon marito. Oh quante oneste giovani conosco io, che, dopo la morte del proprio genitore, si sono ridotte nella miseria, non avendo appreso nessun lavoro lucrativo! Oh quante povere vedove vi sono, a cui la morte del marito ha tolto l’unico sostegno!

«Impara l’arte e mettila da parte», dice un vecchio proverbio, e vale tanto per maschi quanto per femmine. Le cure principali della donna devono essere certamente per la casa e per la famiglia, nella quale si deve compiere in massima parte la sua missione; ma se il bisogno lo richiede, sappia ella lavorare per vivere. Il lavoro della donna di casa, della massaia, vale un tesoro; ma in alcune condizioni della vita, come quando ella rimane nubile, orfana, o vedova, esso può diventare insufficiente. E allora, senza cercar aiuto a chicchessia, può tornar utilissimo per lei l’esercizio d’una professione.

La donna che può vivere lavorando onestamente, può guardare con fiducia l’avvenire e non tremare al pensiero di una sventura della propria famiglia. E poi quale maggior consolazione per lei di poter vivere col frutto del proprio lavoro, che la rende padrona di sè, e col quale può essere di aiuto e non di peso a’ suoi