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sima parte i Corsi magistrali, dopo non aver potuto, con la licenza ginnasiale, continuare gli studî o occupare un ufficio.
Il non aver poi mantenuto il limite d’età, prima stabilito non superiore ai vent’anni, per l’ammissione ai Corsi magistrali, è stato un grave errore, perchè essi sono diventati il rifugio di molti spostati, che nessuna vocazione possono avere per la difficile arte insegnativa e educativa, mentre tali Corsi potevano realmente preparare buoni maestri sulle basi della licenza ginnasiale, la quale è superiore senza dubbio alla licenza tecnica o complementare e alla promozione alla 4ª classe del ginnasio, prescritte per l’ammissione alla scuola normale, perchè comprova una cultura letteraria relativamente superiore.
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L’accennata riforma degli studi della scuola normale apporterebbe un altro beneficio importante: quello di poter diminuire il soverchio numero degl’insegnanti, il quale, secondo il mio modo di vedere, nuoce all’efficacia degli studi medesimi, e di poter riunire le discipline affini, da affidarsi a uno stesso professore.
Non è mio compito di dire in che modo si potrebbero aggruppare i varî insegnamenti, quando i programmi venissero ridotti nei limiti di cui ho parlato; ma credo opportuno far parola degl’inconvenienti che si verificano presentemente, destinando, quasi per ogni materia, un professore, il quale è per lo più uno speciasta.