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altrettante ore di studio a casa, e si eviterebbe l’inconveniente di far cadere in ridicolo un insegnamento nobile, come quello della musica, alla cui efficacia occorrono pure speciali attitudini negli scolari.

Riducendo intanto i programmi didattici della scuola normale nei giusti confini sopra indicati, dando cioè la maggiore importanza agl’insegnamenti che mirano direttamente al fine che si deve raggiungere e che si è più volte indicato, sarebbe possibile dedicare un tempo maggiore a qualche materia, che pare molto modesta, come l’igiene, specialmente scolastica, la quale è limitata all’ultimo anno di scuola, mentre, per la sua importanza nei bisogni della vita e nell’ufficio del maestro, meriterebbe di essere insegnata fin dal primo anno. Sarebbe possibile, per le donne, dare maggior importanza ai lavori muliebri, all’economia domestica, allo studio della fisiologia, tanto necessario per l’allevamento dei bambini, e ad altre cose utili a raggiungere il fine dell’educazione della donna, secondo la sua missione naturale; e sarebbe anche possibile dare alla scuola normale il carattere che dovrebbe avere qualunque scuola secondaria, quello cioè di far acquistare a chi la frequenta le cognizioni di cui avrà bisogno nella vita, senza il pericolo di poterle dimenticare, finiti gli studî, e l’attitudine a continuare da sè e a completare la sua coltura.

Ma oggi si ritiene generalmente, fra noi, che la scuola secondaria, per dare una coltura generale, debba avere carattere enciclopedico, debba abbracciare, sia pure in limitate proporzioni, tutto lo scibile, senza badare che alcune materie d’insegnamento, come la matematica, il disegno, la calligrafia, ecc., hanno bi-

4 - ALIANI, L'Educazione della Donna ai tempi nostri.