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per la famiglia, come sarebbero quelle necessarie per il governo della casa.

Lungi da me l’idea di voler restringere la coltura della donna a ciò che le può servire per l’amministrazione domestica. E passato giustamente il tempo in cui si diceva:

Esser mestier di donna
     Filare, tessere,
     Tagliar, cucir la gonna.

Ma io dico che la coltura che la scuola deve far acquistare a chi la frequenta, dev’essere in diretta relazione col fine cui la scuola stessa tende. La donna che si sente chiamata a maggiori studi, può farli da sè o frequentando le scuole secondarie, che aprono le porte dell’Università, le quali sono chiuse per le allieve, come per gli allievi delle scuole normali.

A me pare che sia oramai tempo di dare alla scuola normale un indirizzo più positivo e più in armonia col fine che deve raggiungere: la preparazione dei buoni maestri. Che cosa occorre a un buon maestro? Una coltura generale sufficiente per il posto che deve occupare, una coltura speciale larga, necessaria per disimpegnare con intelligenza e coscienza l’ufficio suo, e molta arte insegnativa e educativa. E a raggiungere questo fine siano diretti i programmi d’insegnamento, i quali debbono avere le convenienti modificazioni per le donne, avuto riguardo alla missione naturale che queste debbono compiere nella famiglia e nella società, missione che armonizza molto bene con quella della maestra.